Jas metteva la musica dal suo telefono mentre sostavamo al Pos2. La discesa dal cratere del vulcano Rinjani è come un rally nel deserto: sabbia e polvere. Le note di John Mayer ci allietavano come una ventata fresca di aria di montagna, mentre le gambe piano piano iniziavano a chiedere pietà ad ogni successivo punto di sosta per via del dislivello. Chissà se il cinese che scendeva il sentiero camminando all’indietro avrà davvero fatto meno sforzi! Ho perso il volo di ritorno in Italia alla prima coincidenza, quindi mi ritrovo ora su una nuova rotta, e come un flash ho iniziato a rivivere questa nuova avventura appena conclusa. Avrei voluto scrivere nel mio blog già nelle scorse tre settimane, ma non trovavo le parole. Ci voleva una canzone a riportarmi indietro e a farmi aprire alle emozioni. Partendo dal Rinjani, che non si trova nemmeno a Bali, ma a Lombok, bellissima isola meno frequentata e più selvaggia. Un trekking intenso, 4000 mt di dislivello totali in due giorni, un sentiero non particolarmente bello, ma un panorama alla meta davvero unico, uno dei tramonti più belli a cui abbia mai assistito, sopra le nuvole infuocate dagli ultimi raggi del sole. Ci sono andato con Jas e un gruppo misto cino-tedesco-francese. Jas è un mio coetaneo, con il sogno di lavorare in proprio nel settore del turismo e tanta voglia di realizzarlo. Jas è in gamba, sopra la media indonesiana, son sicuro che ce la farà. È musulmano e come la maggior parte dei musulmani qui, come anche dei praticanti delle altre religioni, vive in pace assoluta con tutti. Ha una sincerità d’animo che non puoi che stringere con lui un rapporto di amicizia e rispetto. Lo stesso rispetto che a Bali respiri dappertutto. Tre, quattro religioni convivono senza razzismi. Spero che tutti gli italiani che passano e passeranno da Bali possano notare questa cosa e farne tesoro, magari per tornare da noi e avere un occhio diverso sulle cose. Viaggiare apre la mente, o perlomeno anche a questo dovrebbe servire. Improvviso e non programmato è arrivato questo mio primo viaggio in Asia. La cosa che più mi rende orgoglioso è che ci sia venuto principalmente per lavoro. Le occasioni vanno create e le opportunità colte, così quando gli amici-colleghi del Verticalife mi hanno chiesto di venire a fare il reportage di un viaggio esperienziale da loro organizzato non ci ho pensato su due volte. E mi son pure preso dieci giorni per viaggiare da solo e scoprire quanto più potessi di questo angolo di Indonesia, un po’ di fretta, ma meglio che niente 😊
Bali è uno stereotipo che racchiude un‘ originalità intensa. Tra le isole della Sonda è indubbiamente la più turistica. Il surf ha reso famosa al mondo questo angolo del mondo ed oggi trovi di tutto: dai gruppi di cinesi chiassosi e invadenti, alle coppiette anglosassoni un po’ incerte al loro primo viaggio fuori dall’Europa, dai surfisti australiani ousgoinmen ai vegani ayurvedici infottati di yoga. Paesaggi stupendi, soprattutto nella zona di Ubud, con le sue risaie, e mille spot perfetti per acchiappare likes su instagram. Ma se scavi dietro la copertina da influencer nella bellezza quasi finta dei resort e delle infinity pool, scopri un paese legato fortemente alle tradizioni, ospitale, dove le persone ti salutano e sorridono sempre. Il livello di non stress è inversamente proporzionale al livello di casino nel traffico stradale. Se guidassimo così in Italia, ci sarebbero risse a ogni incrocio. Bali è il paese delle meraviglie per chi vuole passare qui una vacanza, è un luogo sicuro, economico, si può surfare o scoprire le bellezze dell’entroterra, ci sono tantissimi centri di yoga, cerimonie religiose, massaggi rigeneranti e massaggi paralizzanti, ottimo cibo e tramonti che sembrano un dipinto ogni singola sera. Si gira in motorino come a 15 anni, il traffico è regolato da un equilibrio carmico cosmico che impedisce incidenti altrimenti inevitabili visto il casino, la vita segue il ciclo della luce solare, la discoteca più trasgressiva chiude all’una di notte. Le scimmie ti rubano anche la cintura dei pantaloni. Le Bintang sono le moretti nazionali, senza baffi. I gechi ti cagano sul letto mentre dormi, ma portano bene. Le onde sono perfette, surfisti e surfiste anche. Nei warung mangi con pochi euro, bene, forse un pò troppo riso, ma se ti annoi c'è Armando che fa cucina italiana. Le colazioni sono un tripudio di benessere e frutta. Ogni giorno si fanno offerte alle divinità in un clima di devozione che ci ricorda l’importanza della gratitudine, un valore da noi ormai perduto. I templi sono tutto intorno a te, ma non invadono la tua privacy con prepotenza, ti ricordano solo di esser grato, sempre. Bali è romantica, il paese perfetto per innamorarsi e vivere una storia d’amore estiva o da scoprire insieme chi è per noi già così importante da girarci il mondo insieme. Iniziando da qui. Ma per me Bali è stata un’altra cosa: una conferma forte e vibrante di aver preso la scelta giusta l’anno scorso, quella di seguire la mia strada e creare un lavoro partendo dalle mia passioni, quella di essere padrone del mio tempo e di dedicare al lavoro le giuste energie affinché sia una realizzazione personale e non un mezzo per realizzare invece la propria vita nel poco tempo libero rimasto. Grazie a Cipu, Mele, Chioccia, Giorgio e a tutto il Verticalife per esser parte di questa mia nuova vita, tra viaggi e fotografia, e per aver aperto il gate di un nuovo bellissimo viaggio.
Grazie a Tropilex per aver reso i momenti di relax di questo viaggio ancora più speciali grazie alla sua fantastica amaca!
Your Bali is a wonderland
https://www.youtube.com/watch?v=N5EnGwXV_Pg
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