Di tutti i viaggi rimane
il vento tra i capelli nel cassone del pick up a Managua, con il sole che scompare presto prima della birra dell'aperitivo. Addosso quell'inseparabile caldo umido, dal primo giorno anche lui un compagno di avventure.
Di tutti i viaggi rimane
l'emozione di percorrere la strada in discesa a Puerto Natales, delimitata da basse case in legno dai colori pastello e tagliata dal forte vento. A spalle due zaini grandi e nella testa un turbinio di pensieri per prepararmi al primo grande e vero trekking, l' O circuit di Torres del Paine.
Di tutti i viaggi rimane
la libertà di camminare in totale solitudine a 5000 metri sopra le montagne dai mille colori di Suriplaza, circondato da vulcani. Il fiato corto e il battito veloce, Oriol giù al van che mastica foglie di coca e pensa che non scenderò più da quassù.
Di tutti i viaggi rimane
la nebbia che pian piano scompare a Macchu Picchu e mi rivela una città magica, che vibra forte sotto i passi e libera l'eco dell'umanità nell'aria.
Di tutti i viaggi rimane
una scuola con una sola alunna che sogna opportunità migliori, o un'intera comunità sparsa su centinaia di km quadrati che si raduna per venire a conoscere noi, che arriviamo dall'Italia, un paese esotico che sta dall'altra parte dell'oceano.
Di tutti i viaggi rimane
il primo dei Tre passi dell'Everest, raggiunto insieme al gruppo con tanta fatica ma immensa soddisfazione. Un panorama incredibile davanti agli occhi, l'emozione che esplode in petto e un pianto segreto di gioia.
Di tutti i viaggi rimane
l'atmosfera incantata del lago Titicaca, un colibrì che mi saluta, un tuffo di sogni nelle lagune della Cordillera Huayhuash ai piedi dei suoi giganti di ghiaccio, l'emozione di un tramonto nella Valle de la Luna, le corse al parco di Palermo a Buenos Aires, la partita di calcio improvvisata in Guatemala, il poliziotto indonesiano di Kelimutu che prova a farmi la multa per il volo del drone, il risveglio in amaca nel deserto in Colombia, le parole confortanti di una commessa nel suo piccolo negozio di verdure a Santiago.
Spesso tornati da un viaggio quello che rimane è la voglia di viaggiare, ancora di più. Il pensiero alla prossima meta, le bandierine da mettere sul mappamondo, un risiko di emozioni in cui vogliamo conquistare tutto e attaccare con carro-armati che sparano polaroid anziché munizioni. Perché viaggiare crea dipendenza, non credo di dover spiegare la sensazione.
Ma in questi ultimi anni ho avuto molto tempo per stare fermo e per accorgermi che di tutti i viaggi rimane molto di più... uno zaino enorme, pieno di vita, per la quale sono grato. Che mi riempie la mente di ricordi, gli occhi di bellezza e che ricorda al cuore di non abbattersi nei momenti difficili: che mi riporta a un sacco di incontri, che mi fa pensare a nuovi e vecchi amici. In un certo senso un viaggio non finisce mai, anche se non voliamo più via, anche se se stiamo chiusi in casa o possiamo solo scalare la collina della nostra città . Anche se non pensiamo più al prossimo viaggio. Questo zaino carico di vita è molto meglio di un mutuo con un tasso fisso bassissimo, di una promozione a lavoro, di un auto nuova. Non lo capisci così bene quando sei giovane, ma potrebbe capitare che qualcuno te lo sussurri all'orecchio, come un consiglio segreto. Non lo capisci così bene neanche dopo il primo, secondo o terzo viaggio.
Semplicemente te ne rendi conto un giorno, mentre fai il caffè a casa, o mentre stai imprecando per l'ennesima bolletta salata da pagare. Te ne accorgerai sicuramente quando non potrai più viaggiare come avevi o avresti potuto fare prima.
E allora aveva ragione quella persona, che te lo aveva consigliato in maniera discreta e segreta; e allora avevi avuto ragione anche tu quando un pò inconsapevolmente avevi deciso di partire e andare, senza pensare ai se e ai ma, seguendo quella voce interiore che già sapeva:
viaggia finché puoi
perché di tutti viaggi rimane
una vita piena di felicità e ricchezza.
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