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  • Immagine del redattoreSimo Cocco

L' ultimo Pisco prima di tornare

Aggiornamento: 5 mag 2023


I passi si alternano pesanti e lenti mentre con la bocca aperta respiro e cerco di rubare all'ambiente quanto più ossigeno possibile. Sento lo stomaco vuoto come se non mangiassi da settimane, ma per fortuna ho ancora energia nelle gambe dopo i trekking delle settimane passate. La neve fresca caduta negli ultimi due giorni e la notte scorsa rende tutto più difficile, non tanto tecnicamente quanto fisicamente. I metri che ci separano dalla cima sono pochi eppure sembrano non finire mai. Inganno la fatica alzando lo sguardo dai miei ramponi e osservando l'austero quanto splendido paesaggio alpino che ci circonda: guglie di ghiaccio inclinate di 90 gradi spuntano tra le nuvole dense e veloci. In lontananza posso riconoscere l'imponenza dello Huascaran, la montagna più alta del Perù. Spero di arrivare in vetta in tempo per godere del panorama: ho scelto questa cima apposta, perchè considerata tra le più belle come vista sull' intera Cordillera Blanca.

Solo qualche settimana fa mi trovavo più in basso proprio tra queste montagne: quattro giorni di trekking per il circuito di Santa Cruz. Un trekking facile ma piacevole, ottimo per iniziare con l' acclimatamento tra alcune tra le cime più belle del mondo: Huascaran e Alpamayo tra tutte! Ora mi ritrovo qua, a 5700 metri, in cordata con Joel la mia guida, 1 metro e sessanta di esperienza e tanta energia da poter aprire la traccia: oggi siamo soli sul ghiacciaio, nessuno si è voluto avventurare per via del meteo così per noi la fatica è doppia. Abbiamo sperato in una schiarita, ma quando ci siamo svegliati alle due abbiamo capito che la neve ci avrebbe accompagnato per tutta la giornata. Così è stato fino alle sei, quando abbiamo approcciato il ghiacciaio. Poi all' improvviso una schiarita e i miei occhi hanno iniziato a godere del paesaggio che si scopriva man mano tra le nuvole basse e fitte.

Un passo dopo l' altro accerchiamo i crepacci profondi, superiamo ponti di neve sperando che reggano il nostro peso, scaliamo i pochi pendii ripidi in cui necessitiamo dell'uso della picozza, fino a vedere la cima, sempre più vicina. Sento di essere davvero stanco e il fronte di nuvole in lontananza che di nuovo prende forza non mi incoraggia: eppure qualcosa vibra in me, è quella sensazione che si prova appena prima di una conquista sulle montagne, è il pensiero dell' ignoto che sta oltre quei pochi metri che ci separano dal traguardo, che ci affascina e che ci spinge sempre a superare i nostri limiti, innanzitutto mentali. Adoro la montagna per questo: non si finisce mai di imparare da essa e grazie ad essa a migliorarsi, a mettersi in discussione. Con il respiro ora un pò affannato raggiungo l' anticima e lì a pochi metri da me vedo la cima: cinque metri e pianto la picozza, stringo la mano a Joel e volgo lo sguardo verso il Huascaran, che svetta oltre una coltre di nubi bianche.

Sono in Perù sulla mia prima vetta conquistata nelle Ande: 5760 metri sopra il mare, già lontano dalla fatica che ho provato fino a qualche istante fa. Ho aggiunto il pezzo finale al puzzle incredibile di questo mio viaggio in Sud America: volevo celebrare la vita e il tempo che mi è concesso vivere, non potrei immaginare un modo migliore. Non è stata un' ascesa difficile dal punto di vista tecnico, ma l' altitudine, la fatica e le condizioni date dal meteo hanno dato un sapore di avventura al tutto. Purtroppo proprio quel fronte di nuvole che andava a formarsi veloce e inarrestabile mentre ci trovavamo a qualche decina di metri dalla vetta ora ci avvolge del tutto e copre ogni cosa. Mi trovo sul Pisco, considerata la montagna con la migliore vista nell' intera Cordillera Blanca e non vedo che a una ventina di metri da me.

Scatto una foto ricordo per mio papà, che oggi compie gli anni, mangio uno snack e con Joel attendo che il vento, proprio come un paio di ore fa, faccia il suo dovere e disperda le nuvole. Una mezz' ora di attesa non è sufficiente, sembra proprio che oggi il meteo voglia schierarsi contro di noi. Allora non ci rimane che impugnare la picozza e dirigergi verso il basso, per la stessa via da cui siamo saliti, superando questa volta molto più velocemente gli ostacoli che si frappongono tra noi e la nostra tenda al Campo Base. Sono felice e un pò deluso al tempo stesso: per qualche istante ho dimenticato proprio il primo insegnamento che la montagna mi ha trasmesso sin da bambino. Vivi senza aspettative e concentrati passo dopo passo per superare gli ostacoli. Potresti dover rinunciare, non sempre si raggiunge la meta e non sempre la meta è come ce la siamo immaginata: ma la salita ci renderà un pò più uomini di prima.

La salita al Pisco è stato l' ultimo capitolo del mio mese passato a Huaraz e del mio intero viaggio. Son arrivato qui un pò a sorpresa: il mio volo aereo di ritorno per l' Italia era previsto per il 12 maggio. Il 14 maggio invece vedevo per la prima volta le vette innevate della Cordillera dalla finestra della mia camera in Huaraz, felice di essere così vicino alla realizzazione di un sogno. Ho spostato il volo di un mese e ho deciso di godermi questo tempo interamente tra le Ande e le sue bellezze. Adesso mi rimangono due giorni a Lima, dove mi sfonderò di cibo e recupererò un paio di kg persi tra le fatiche delle ascese, e poi salirò su un volo che avrà un sapore diverso da ogni altro viaggio fatto in precedenza. Sono molto felice di tornare, di vedere la mia famiglia, conoscere la mia nipotina, abbracciare i miei amici. Ma sono anche molto nostalgico di tutto ciò che ho vissuto in questi quattro mesi. Non torno cambiato, ma sento che la mia vità sta cambiando, ora ne sono consapevole e mi sento padrone del cambiamento. Sento che la fotografia e il viaggio ora sono parte di me, non sono un’ appendice bella di una vita passata a lavorare in un ufficio davanti a un monitor a colori con una splendida immagine come desktop. Il mio monitor ora è fatto anche di nuvole grige e dense: ma quando il vento le disperde, posso vedere e toccare un mondo meraviglioso e reale, senza confini. E scattare quell’ immagine!

Un Pisco liscio, senza sour

gracias Perù

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