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  • Immagine del redattoreSimo Cocco

Nello splendido e remoto nord del Chile: Lauca

Aggiornamento: 20 mag 2023


Ho dimenticato una cosa in Chile e sono tornato a prenderla. Son tornato a prendermi un po’ di avventura, una parte di viaggio fatta di luoghi dove non ci sono che una manciata di turisti, tra altipiani a 4000 metri e vulcani fumanti, tra paesaggi lunari e montagne che sembra di camminare su Marte.

Mi trovo a Putre, un paesino aymara di qualche migliaio scarso di abitanti. Ispira pace e sicurezza, con i suoi tramonti dai mille colori. È l’avamposto per visitare il parco di Lauca e gli altri spettacolari luoghi che lo circondano. Son stato subito accolto generosamente da Luis e Marcelo, il cocinero dell’ostello che mi ha preparato una buona pasta di benvenuto. Dal secondo giorno, son stato adottato dalla loro crew di local. I miei amici di Putre. I putridi.

La carenza di turisti, per quanto apprezzata e per quanto preservi l’integrità di un’area meravigliosa e incontaminata, ha reso le cose un po’ difficili per un viaggiatore in solitaria come me. Di solito è semplice aggregarsi ad altre persone per i tour (qua alcuni luoghi o li visiti con i tour o ti affitti un auto che equivale ad aprire un mutuo), ma a Putre per me non lo è stato.

Non mi sono arreso e il secondo giorno mi  sono lanciato con il caro e vecchio autostop, en dedo. Ovviamente, dopo essermi informato che fosse sicuro e normale farlo. Così son salito fino al lago Chungará (tra l’altro mi ha caricato lo stesso bus con cui ero arrivato il giorno prima) uno dei più alti al mondo, nelle cui acque color cobalto si specchia il vulcano Parinacota, dalla perfetta forma conica, anzi vulcanica. Una pace al quadrato, un orgasmo per la mia reflex: nessun turista oltre me e fotografie che parlano da sole.

Il terzo giorno ho provato ad aspettare qualche turista, ma la desolazione era paragonabile a un’ambientazione dei film di Sergio Leone. Alllora ho provato a comprare un lama da utilizzare come destriero, ma nessuno voleva chiudere l’accordo. Così con Marcelo, il Chino e altri due ragazzi spagnoli siamo saliti sulla collina dove imponenti svettano le lettere “Bienvenidos a Putre” in stile Holliwood , per godere del tramonto e per perderci al ritorno. 

Il quarto giorno, dopo aver chiesto anche al signore che mi vendeva le banane se volesse venire con me, ho preso un tour da solo, con le banane e senza il signore. Mi è costato parecchio, ma ne è valsa la pena. Siamo andati con Oriol, la guida migliore del nord del Chile, a Suri Plaza. Suri Plaza è altopiano circondato da montagne colorate a festa; da un lato con colori freddi, tra scale di grigio, bianco e beige. Dall’altro lato tinte rosse, gialle e arancioni intense. La Luna e Marte vengono anche chiamate e vi giuro che la sensazione è stata proprio quella di trovarmi su un altro pianeta. In particolare quando son salito sulla cresta del lato marziano, il monte Iquiya, e ho camminato fino al punto più alto della mia vita, 5100 metri, per rimanere senza fiato e non solo per via dell’altitudine. Una bellezza senza paragoni, una cresta striata di giallo, rosso, arancione, marrone e bianco che si perde verso un orizzonte sovrastato da vulcani imbiancati!

Il quinto giorno sono andato a fare un trekking con destino le pinture rupestri di 4000 anni fa. Wild e in solitaria, no banane ma una mela. Il quinto giorno infine ho trovato due ragazze, vive, che volessero venire in tour con me. Grazie. Siamo andati ovviamente con Oriol, con cui stiamo già parlando di business per il futuro, a visitare la reserva de las vicunas e il Salar de Surire. 12 ore di tour da urlo lungo un altipiano circondato da vulcani, alcuni attivi, e abitato da migliaia tra vigogne, lama, alpaca, flamincos e suri (tipo struzzi). Paesaggi mozzafiato, con le vette innevate dei vulcani a far da cornice a un salar che diventa verde acqua con le luci del pomeriggio. Abbiamo fatto il bagno nelle terme naturali di  Polloquiere e pranzato circondati da flamincos. La ciliegina sulla torta è stato l’avvistamento del puma sulla via del ritorno! Cosa davvero rara, considerando poi che l’ho avvistato passando in auto, ancora di più!

Ora il mio viaggio deve continuare e devo salutare questo posto, che è entrato di prepotenza nella top 3 dei luoghi più belli che abbia mai visitato. Forse al primo posto. Il nord remoto del Chile: una piacevole scoperta, un luogo da incanto che spero possa preservarsi dal turismo di massa, che spero possa conservare la genuinità di persone come Marcelo, Oriol o del signore che mi vendeva le banane.

Iquiya.

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