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  • Immagine del redattoreSimo Cocco

Gurruchaga y Charcas

Aggiornamento: 20 mag 2023


Quattordici anni fa ero uno studentello al secondo anno di uni. Insoddisfatto delle materie che studiavo, ma già abbastanza ben messo con gli esami per buttare tutto all’aria, decisi di cercare nuovi stimoli che mi permettessero di arrivare alla fine senza dover smadonnare troppo ad ogni esame. Quale occasione migliore se non andare a trovare il mio mitico fratellone in Argentina e spararmi viaggio più tirocinio? I CFU in palio erano ben 10. Detto fatto.

Mi son così ritrovato in un paese pazzesco, da bravo studente avevo solo due spicci da parte che custodivo dalle superiori, ma in Argentina in quegli anni valevano come un conto in Svizzera: c’era da poco stata la grande crisi del 2001, che ahimè aveva mandato in malora un paese intero, ma a noi europei apriva le porte al paese dei balocchi. Bife de lomo con buta di Malbec, 10 euro. Ciao. Vegani ciao doppio, al sangue. Astemi, cin cin. Questo vantaggio del cambio mi permise di viaggiare a lungo, 1 mese e mezzo, conoscendo luoghi che ancora oggi sogno.

Ricordo quel van in giro per la Patagonia, eravamo in 11, con amici e tutti i miei fratelli, incluso il mio splendido nipote di 6 mesi, che a Ushuaia rischió il congelamento in un’escursione. Perito Moreno, El Chalten, Tierra del Fuego. Poi il nord. Ragazzi, il nord dell’Argentina. Andateci. Di corsa. Poi godetevelo con calma. Jujuy, Purmamarca, Humauaca. Paesaggi pazzeschi. Indimenticabile l’after a Salta con partenza alle sei di mattina, foglie di coca in bocca per riprendersi e inesorabile sbocchino a 4000 metri sull’altopiano. Eravamo più verdi in faccia di Rigoberto in Costa Rica. Più verdi delle foglie di coca. Mio nipote per fortuna questa volta non c’era.

Ah poi ho fatto il tirocinio a Buenos Aires nei restanti 4 mesi e ho conosciuto tanti argentini meravigliosi che hanno aperto le loro case per accogliere questo tano come un fratello. Risultato: 10 CFU portati a casa insieme a un’esperienza magnifica e Maradona muto.

Oggi sono stato davanti alla casa in cui vissi in quel periodo, quattordici anni fa. È stato un tuffo al cuore. Ho fatto tanta strada da allora, ho poi preso la laurea triennale ed anche una specialistica, che finalmente mi interessava davvero, ho poi trovato lavoro due volte grazie anche alla mia tesi. Quei santi 10 CFU mi saranno serviti pur a qualcosa no?

Quella strada oggi mi ha riportato qui. Non potevo non scattare una foto. Non sarà la foto più bella del viaggio ma è la foto di una parte della mia vita. Qui c’è Gurruchaga, laggiù in fondo Charcas. Gurruchaga y Charcas non sono due mediani del Boca Juniors. Sono l’indirizzo di questa casa: due strade che si incontrano, non serve altro per farsi portare qui. Come se da un incrocio nasca la casa. Come se oggi, da questo incrocio tra il Simone di 14 anni fa e dal me stesso di oggi, nasca una nuova strada da percorrere. Mi piace pensarla così.

Buenos Aires, non potevo che ripartire da qui. Da Gurruchaga y Charcas.

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